Vi propongo questa escursione per immergervi nelle atmosfere monastiche dell’Umbria che sanno davvero come farci tornare in contatto con la nostra anima, quei luoghi del silenzio che in realtà ci parlano in altri linguaggi. Qui il mondo rallenta, ogni cosa trova il suo posto, gli occhi ritrovano i colori della natura, il cuore trova il suo ritmo e si unisce alla vera essenza dell’essere. Che ne dite vale la pena di prendersi una giornata così? 😉
Ero fortemente indecisa se pubblicare questo articolo in luoghi dell’arte o in luxury nell’accezione che gli do io: vero lusso per l’anima. Alla fine ho deciso di pubblicarlo qui perché comunque quello che andrete a leggere e spero anche a visitare dal vivo è uno scrigno di tesori artistici, di cui uno su tutti.. ma non voglio anticiparlo già 🙂

L’Abbazia di Santa Croce in Sassovivo è una delle abbazie più importanti dell’Umbria per la sua storia, la sua valenza religiosa, politica e architettonica e in questo articolo vi darò delle pillole di storia, alcune di arte, altre di curiosità perché non so voi, ma io amo scoprire le cose nascoste che si possono svelare man mano che si conosce un posto nuovo e a volte bisogna tornarci più e più volte per scoprirle tutte!
A due passi da Foligno
L’Abbazia si trova ad appena 6 km da Foligno dunque vi consiglierei di programmare un bel fine settimana. Potrete includere una giornata dedicata alla visita della città, sperimentare la rinomata gastronomia, la vivace nightlife folignate e un’escursione a Sassovivo per visitare l’Abbazia, le Fonti e magari fare qualche trekking tra quelli che vi suggerisco. Vedrete che ne uscirete rigenerati! Anzi devo dirvi che di cose da fare e di luoghi stupendi da visitare intorno a Foligno ce ne sono talmente tanti che un fine settimana non vi basterà e sarà meglio programmare una settimana o un ritorno.
Lasciata la città di Foligno alle spalle comincerete a salire verso le colline e verso Monte Serrone (m. 1046) e Monte Aguzzo (m. 1102). Alle pendici del Serrone incontrerete l’Abbazia, ad un’altitudine di 565 m s.l.m. Tutto intorno una lecceta secolare di 7 ettari, tra le più antiche dell’Umbria e zona regionale protetta. Da qui il panorama si apre sulla Valle Umbra, la pianura alluvionale occupata due milioni di anni fa dal Lago Tiberino.

Un po’ di storia
XI – XIII SECOLO
Tra il 1077 e il 1083 Mainardo era a capo di una comunità eremitica benedettina nella limitrofa chiesa di Santa Maria del Vecchio, nel luogo dove oggi sorge la cappella del Beato Alano. Mainardo ebbe subito l’appoggio della famiglia longobarda dei Monaldi, che costituiva il ramo folignate del casato degli Attoni Alberici, successivamente Atti, conti di Uppello, un borgo situato proprio lì vicino. Il conte Ugolino di Uppello concesse alla comunità monastica una residenza fortificata e qui i monaci fondarono l’abbazia.
Nel 1087 compare per la prima volta il toponimo attuale in riferimento al “monastero di Santa Croce e della Santa Trinità”. I monaci di Sassovivo svolgevano assistenza in favore dei pellegrini e dei viandanti che percorrevano la strada per Loreto, la Via Lauretana, ma anche quelli che passavano sulla Flaminia, avendo la gestione di uno spedale nei pressi di Trevi.
A partire dal 1138 fu esentata dalla giurisdizione vescovile e dal pagamento delle tasse ai Comuni. Sempre sostenuta da Papato, nel momento della sua massima espansione da essa dipendevano 92 monasteri, 41 chiese e 7 ospedali. Una solida roccaforte dell’Ordine Monastico Benedettino dopo Montecassino e Subiaco.

XIV – XV SECOLO
Nel corso del XIV secolo non sfuggì però al controllo della potente Signoria dei Trinci che controllava gran parte dei territori del folignate, imponendo suoi membri come abati di Sassovivo. E nel corso del XV secolo non sfuggì alle sorti che toccarono a molte abbazie, quella di divenire commende, le cui entrate finivano nelle tasche del commendatario, come successe con l’abate Calandrino.
XV – XX SECOLO
Sul finire del XV secolo l’abbazia passò ai Benedettini olivetani fino ai primi anni dell’800, in seguito cominciò a decadere arrivando alla sua soppressione nel 1860. Spogliato dei suoi possedimenti il complesso abbaziale fu spartito tra demanio, curia vescovile e un privato, Pietro Clarici.
In seguito fu usata come sede estiva del seminario vescovile di Foligno. Negli anni ‘50 tornarono i benedettini per un brevissimo periodo grazie ad un piccolo gruppo di monaci cecoslovacchi fuggiti dalla patria, che restarono a Sassovivo fino al 1957.
E oggi chi custodisce questi luoghi del silenzio?

Dal 1979 i custodi di questi luoghi del silenzio sono i Piccoli Fratelli Jesus Caritas del Padre Foucauld. Non so se conoscete la storia di Charles de Foucauld, una delle figure più significative della chiesa moderna, fratello universale, eremita del Sahara.
Mi ritrovo in un loro motto
“Apparteniamo completamente soltanto all’attimo presente”. E mi piace molto la loro visione.

Se vi va di approfondire potete farlo sul loro sito ufficiale jesuscaritas.it
Un po’ di arte
La Chiesa
Una breve rampa di scale ci conduce dal cortile superiore all’entrata della chiesa. Purtroppo il suo aspetto attuale ha ben poco della chiesa originaria essendo stata ricostruita dopo i crolli causati dal terremoto del 1832. Ha subito restauri anche in seguito al terremoto del 1997.
Alcune tracce di testimonianze pittoriche quattrocentesche sono visibili alle pareti. Sull’altare una pregevole pala del 1744 di Tommaso Nasini raffigurante L’annuncio della Passione. Usciti dalla chiesa nell’atrio si gira a destra e si passa attraverso una piccola porta. Da qui si entra in una dimensione unica.

Il Chiostro: gioiello d’arte e faro nei luoghi del silenzio
Considerato a ragione un vero tesoro dell’arte e dell’architettura il chiostro romanico del 1229 che sappiamo essere opera del maestro marmoraio romano Pietro de Maria, come attesta anche un’iscrizione posta nel lato meridionale del chiostro stesso. Un trionfo di marmo bianco con 58 archi sorretti da 128 colonnine binate in alternanza lisce ed elicoidali.

Il pozzo presente al centro è stato costruito dapprima come cisterna nel 1340, ma è stato rimaneggiato nel 1623, come si può leggere sulla iscrizione ancora al suo posto.
Se alzate gli occhi al di sopra agli archetti, vedrete correre tutt’intorno una decorazione a mosaico abbastanza ben conservata.
Dopo aver visitato il chiostro, potete andare a vedere la terza testimonianza artistica.

La Loggia del Paradiso
Uscendo dal chiostro attraverso uno scalone seicentesco si esce all’esterno e qui troverete l’indicazione per entrare nella Loggia del Paradiso. Io la chiamo la loggia del silenzio poiché davvero si sente la dimensione spirituale e rigeneratrice del silenzio. Anche qui alzate gli occhi e ammirerete parte della quattrocentesca decorazione parietale ad affresco monocromo, forse attribuibile a Giovanni di Corraduccio. Si conservano ancora inserite nel muro le condutture per le acque fatte con tubi di terracotta a innesto.
Prima o dopo aver visitato la loggia affacciatevi ancora più all’esterno, nel cortile inferiore, e giratevi nuovamente verso il monastero, vedrete un bellissimo esempio di doppia porta.

Il giardino
Poco oltre la Loggia vi consiglio di entrare nel giardino, un piccolo angolo di pace, curato e semplice come tutti i giardini monastici, con le immancabili erbe officinali, ma anche con alcuni esemplari di viole e rose che a seconda del periodo avrete la fortuna di vedere in fiore o meno. Ma quello che vale la pena di non perdere è l’incredibile affaccio sulle montagne circostanti, in un dialogo tra luoghi e silenzio.

Se avete ancora tempo potete visitare anche la cripta di San Marone, di aspetto moderno, il refettorio con affreschi e la mostra fotografica sul fratel Carlo Carretto, il “profeta di Spello”, nelle sale al piano inferiore. L’Abbazia conserva e rende consultabile il fondo archivistico Carlo Carretto, che ha lasciato il proprio archivio ai Piccoli fratelli di Jesus Caritas.
Un po’ di curiosità
- Nel giardino del cortile superiore c’è un giovane cipresso molto speciale. E’ geneticamente identico al cipresso piantato da S. Francesco nel convento di Verucchio (RN). Nel 2013 un’azienda vivaistica ne ha fatto dei cloni e uno di questi si trova qui a Sassovivo. Potrete leggerne la storia nel cartello illustrativo posto di fianco all’albero.

2) Il monastero agostiniano dei S.S. Quattro Coronati di Roma (Colle Celio) ha un chiostro gemello perché questo monastero era uno di quelli che si trovavano sotto la dipendenza dell’Abbazia di Sassovivo. E’ possibile che Pietro de Maria sia l’autore anche del chiostro romano.
3) Il fondo di ben 7.436 pergamene, le Carte di Sassovivo, che rappresentano una delle raccolte documentarie monastiche più consistenti d’Europa è conservato a Spoleto. Come mai? Perché nel 1821 il Papa cedette la commenda di Sassovivo agli arcivescovi di Spoleto e con essa anche l’archivio abbaziale.
4) Nel 2010 l’Unesco ha riconosciuto l’Abbazia “PATRIMONIO TESTIMONE DI UNA CULTURA DI PACE UNESCO”. Tale riconoscimento testimonia la vocazione di pace alla quale l’Abbazia è rimasta fedele fin dalla sua fondazione.
Un po’ di archeologia
In seguito a quattro campagne di scavo, svoltesi tra il 2014 e il 2017, si è potuta ricostruire un’articolata storia delle trasformazioni dell’abbazia dal Medioevo a oggi. Lo scavo ha interessato il sagrato della chiesa e grazie a questo ora sappiamo che la chiesa romanica del XII secolo era ad unica navata, con abside a sud est ed era lunga 27,50 m. Durante la prima metà del XIII secolo i monaci fecero addossare alla facciata un porticato, in termine tecnico chiamato galilea. Nel XVIII secolo decisero di demolire questo avancorpo, insieme alla facciata della chiesa medievale, che venne arretrata , secondo il progetto dell’architetto Carlo Murena, con trasformazioni architettoniche dell’interno.
Al centro del porticato del XIII secolo è stata scoperta una fornace per la fusione delle campane di bronzo.
Vi starete chiedendo… che cosa ci faceva una fornace davanti alla chiesa?
La nascita di una campana era un rito a cui assistevano sia la popolazione che le autorità. Si credeva che, durante la delicata operazione di fusione, il metallo, che passava dallo stato liquido a quello solido, subisse una consacrazione e divenisse così sacro e pronto per richiamare i fedeli e allontanare il male. La cosa bizzarra è che è stata trovata la fornace ma non il campanile medievale!
Sono venute alla luce anche delle sepolture sia all’esterno che all’interno del porticato. Tra queste una fossa comune utilizzata tra XIV e XV secolo probabilmente in seguito ad eventi traumatici. Sotto di essa tre sepolture appartenenti alla fase precedente alla costruzione della galilea. Vi erano poi delle tombe a cassone che erano destinate a personaggi più importanti, sia adulti che bambini, legati all’abbazia da legami familiari o devozionali.
Archeocuriosità
Sul cranio di uno scheletro femminile è stata riscontrata una trapanazione circolare a cui la donna era sopravvissuta. Si tratta del secondo caso in Italia di una simile operazione chirurgica avvenuta in età medievale.
Per chi vuole approfondire: “Oltre le Carte II. L’Abbazia di S. Croce di Sassovivo presso Foligno e la sua realtà materiale” a cura di Lia Barelli, Maria Romana Picuti, Michele Asciutti e Roberta Taddei, (Fabrizio Fabbri 2019,) seconda pubblicazione della collana editoriale I Quaderni di Sassovivo. Storia Arte Archeologia.
In questo breve video potrete avere un assaggio delle campagne di scavo effettuate ed una panoramica d’insieme dell’area di scavo, comprese le immagini dell’avancorpo non più esistente, della fornace, delle tombe e del cranio operato.
Il filmato completo della durata di 15 minuti, con riprese aeree, ricostruzioni grafiche e animazioni di modelli tridimensionali, che racconta le fasi dell’abbazia, è visibile nella “Sala Sassovivo”, una sala multimediale allestita nel museo folignate di Palazzo Trinci e dedicata alla storia dell’abbazia.
Per continuare la giornata nei luoghi del silenzio
Eremo o Cripta del Beato Alano
Poco oltre l’Abbazia, ad appena 260 m. incontrerete una loggia in pietra e laterizi costruita nel 1442 in luogo della chiesa medievale di Santa Maria del Vecchio, nucleo del cenobio di Sassovivo prima della costruzione dell’Abbazia. Della chiesa rimane la cripta, detta del Beato Alano perché il monaco austriaco che si era trasferito a Sassovivo, amava ritirarsi qui in preghiera. Attualmente non è agibile.
Antica Fonte
E’ presente accanto alla Cappella una vecchia fontana con uno stemma araldico, ma l’acqua non è potabile, perciò dovreste procurarvela prima di salire a Sassovivo.

Passeggiata dell’Abate: in questi luoghi i monaci avevano scelto i loro momenti di silenzio
Dalla fontana parte una passeggiata detta “dell’Abate” che vi condurrà fino alla Torretta di San Bernardo, piccolo edificio a pianta ottagonale e ad un punto panoramico incredibile. Il sentiero si snoda tra gli alberi di lecci secolari, di roverelle, di ginepro, di corbezzolo, quasi completamente pianeggiante e facilmente percorribile.
Nello spiazzo dietro la Cripta del Beato Alano troverete una simpatica area picnic con alcuni tavoli.

Un altro sentiero si trova ridiscendendo verso l’Abbazia, sul lato destro, anch’esso immerso nella lecceta e testimone di questi preziosi luoghi del silenzio.
Se volete continuare a viaggiare nei luoghi del silenzio…
C’è poi un bellissimo percorso che vi porterà fino alle Fonti di Sassovivo e se volete saperne di più potete leggere il mio articolo Un sentiero tra i boschi dalle Fonti all’Abbazia di Sassovivo.
Per gli amanti dei luoghi del silenzio: diffondiamo l’hashtag #luoghidelsilenzio
Se farete visita a questi splendidi #luoghidelsilenzio scrivetemelo nei commenti o taggate @destinazioneumbria nelle vostre storie sui social, mi farebbe molto piacere!
Grande Monica!
Un meraviglioso viaggio e un grande piacere leggerti.
Al prossimo entusiasmante itinerario!
Grazie Maria Claudia, mi fa piacere se la lettura è stata piacevole!
Ottimo articolo complimenti molto piaciuto
Grazie Andrea per aver letto il mio articolo 🙂
continua a seguirmi
Il tuo articolo è un viaggio che racconta l’anima più profonda dei luoghi che descrivi. Bellissimo.. Complimenti!
Grazie mille Elena, si ho cercato di raccontare a modo mio questo luogo magico <3